Indios

Prima dell’arrivo elle Caravelle portoghesi, comandate da Pedro Álvares Cabral, alle allora sconosciute terre Brasiliane, da queste parti abitavano già dei personaggi nativi che hanno contribuito alla storia della fondazione del paese: gli Indigeni, il cui termine fu dato dai coloni in riferimento alle “Indie”, destinazione che credevano aver scoperto in quel momento e dagli storici denominati “protettori delle foreste”

Si stima che, prima della colonizzazione portoghese, esistevano nel territorio brasiliano, circa 11 milioni di Indios: nel corso dei secoli molte tribù sono scomparse a causa degli intensi conflitti per la sopravvivenza sulle terre, vittime di malattie portate dagli europei (principalmente vaiolo e morbillo) e tante altre emigrate in terre remote per evitare il contatto con i popoli stranieri

Attualmente la Fondazione Nazionale FUNAI, creata nel 1967, è responsabile per proteggere e rispettare i diritti delle popolazioni indigene, distribuite in diverse Riserve Protette (Aldeias): Il 19 aprile in tutto il paese si celebra l’Indian Day.

Principali Tribù Indigene

Al momento della scoperta, le tribù indigene erano divise in base al loro dialetto, Tupi, Macro-jê, Aruak e Karib: il gruppo che parlava il dialetto Tupi, abili cacciatori e pescatori, era formato dalle etnie Tamoio, Tabajara, Tupiniquim e Guarani, le quali furono le prime ad entrare in contatto con gli invasori portoghesi

Attualmente le più importanti tribù, sparse su tutto il territorio brasiliano, sono:

Ticuna: considerata la maggiore etnia del paese e le cui comunità popolano principalmente lo stato Amazonas, lungo i margini nel Rio Solimões (uno dei 2 principali fiumi che formano il grande Rio delle Amazzoni)

Yanomani: che occupano la più Grande Riserva nazionale ubicata nello stato di Roraima, il più settentrionale della nazione al confine con il Venezuela.

Potiguara (in lingua indigena “mangiatori di gamberi”): circa 18.000 integranti sparpagliati nella regione Nord-est del Brasile tra gli stati di Paraiba, Pernambuco, Rio Grande del Nord e Ceará

Pataxó: riunisce circa 12.000 individui distribuiti tra gli stati di Bahia e Minas Gerais

Organizzazione sociale del popolo Indigeno

Nonostante l´introduzione dei costumi, usanze e tecnologie europee, l’organizzazione della società indigena è rimasta sostanzialmente la stessa dall’arrivo dei colonizzatori e può diversificarsi in base all’età e al sesso di ciascun membro della comunità.

I villaggi sono costituiti da una zona centrale dove si incontra la piazza principale e la Maloca (“Casa Grande”) una costruzione di legno e paglia, luogo d´incontro per decisioni comunitarie ed eventi festivi, intorno alla quale si sviluppano le capanne (Ocas) delle singole famiglie composte da diversi membri, ascendenti e discendenti, uniti sotto lo stesso tetto.

In tutte le comunità esistono 2 figure sociali di rilievo, il Cacique, che regola il comando e l´organizzazione del villaggio e il Pajé , il capo spirituale e grande conoscitore delle cure mediche ancestrali: le donne sono responsabili delle faccende domestiche e dell’artigianato, mentre gli uomini lavorano la terra, cacciano e pescano per la sopravvivenza della famiglia

Gli indigeni ai giorni nostri

Attualmente esistono circa 305 comunità indigene, dislocate in un´area totale che corrisponde al 13% di tutto il territorio brasiliano, composte da varie etnie tra cui le più numerose sono Guarani, Tikuna, Yanomani e Karajá.

Molti usi e costumi dei brasiliani, come ad esempio camminare scalzi, dormire sulle amache, alimentarsi con farina e manioca….e vocaboli del quotidiano, conosciuti mondialmente, hanno origine indigena: Carioca (gli abitanti di Rio de Janeiro) “Casa del Bianco” , Copacabana (la famosa spiaggia di Rio) “guardando il lago”, Maracaná (il grande stadio di Rio) “insieme di pappagalli” , Jericoacoara (la famosa località balneare) “nido delle tartarughe”, Piranha (il temibile pesce fluviale) “pesce diavolo” , Tucano (l´uccello dal grande becco) “che colpisce forte

Purtroppo, la ricca storia del popolo indigeno è sempre stato bersaglio dell’ “uomo bianco” attraverso razzismo, pregiudizio, violazione dei diritti umani e, vivendo in regioni isolate con estreme difficoltà di accesso ai servizi pubblici e sanitari, molto spesso abbandonati dallo Stato e dalla società in generale: inoltre, l’avanzata dello sfruttamento del territorio da parte delle grandi industrie idroelettriche e agroalimentari, stanno danneggiando sempre più le condizioni di questa antica cultura, culla del Popolo Brasiliano

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