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Le città storiche del Brasile, alcune delle quali considerate Patrimonio Storico Mondiale Unesco e che fanno parte di un momento importante per lo sviluppo del paese, sono ottime opzioni di viaggio per gli appassionati di storia e cultura: dopo tutto, il Brasile è un paese pieno di fascino che oltre ad offrire spettacolari paesaggi naturali, spiagge mozzafiato, allegria contagiante e prelibata gastronomia, sorprende con costruzioni architettoniche di secoli fa che ci riportano al nostro antico continente.
L’intero paese è ricco di cultura, architettura e storia, ma è da dove avvenne il primo sbarco portoghese e la scoperta delle nuove terre, che voglio iniziare con la presentazione delle principali città storiche nel NORD-EST del Brasile.
PORTO SEGURO – Bahia
La storia racconta che qui ebbe inizio la colonizzazione del paese con lo sbarco del portoghese Pedro Alvares Cabral, il quale il 22 aprile 1500, avvistò la sagoma del Monte Pascoal e decise l´approdo lungo un tratto di litorale perfetto, perché naturalmente protetto dalle onde oceaniche (da cui appunto il nome “Porto Sicuro”): le sue strade racchiudono ancora oggi le rovine della prima chiesa e della prima scuola costruita sulle terre indigene dei “Tupiniquim” e molti dei suoi antichi edifici sono ancora ben conservati lungo tutta la costa (chiamata “Della Scoperta”) che comprende anche la regione di Santa Cruz de Cabrália, dove avrebbe avuto luogo la prima messa del paese.
SALVADOR – Bahia
È ovvio che la prima capitale del Brasile non poteva essere esclusa da questo elenco: scoperta dai colonizzatori nel 1510 e chiamata all’epoca della sua fondazione “São Salvador da Bahia de Todos os Santos”, Salvador è stato il grande centro politico e finanziario del paese tra il 1549 e il 1763, animato dall’attività portuale, dalla canna da zucchero e dal commercio di cotone, tabacco, bestiame e dove ha avuto inizio la mescolanza di popoli, culture, religioni e razze che è tutt’oggi il popolo brasiliano. Nel 1558 fu fondato in città il primo mercato di schiavi d’America, con lo scopo di vendere i “neri”, appena arrivati dall’Africa, ai ricchi proprietari terrieri.
Durante questo periodo, la fama e la ricchezza della provincia bahiana suscitarono l’avidità di altri paesi europei, obbligando Portogallo e Spagna, all’epoca uniti tra loro, alla chiusura di qualsiasi relazione commerciale del Brasile con i Paesi Bassi, i quali decisero di invadere la regione, occupando Salvador per circa un anno finché non furono espulsi dalle forze portoghesi-spagnole: durante questo periodo fu costruita anche la Fortezza di Tapirandu a Morro de São Paulo, un´isola nella Baía de Todos os Santos su cui si affaccia Salvador ed un’importante punto strategico di difesa marittima
Nel Centro Storico della città (Pelourinho), dichiarato Patrimonio Mondiale UNESCO, lungo le sue antiche strade acciottolate, si conservano edifici rinascimentali e palazzi signorili a più piani, tipici delle città ricche, oltre a numerose ed importanti chiese (nella città se ne contano 372) tra cui la chiesa d’orata di San Francesco e quella di Nossa Senhora do Rosário dos Pretos (dei “negri”)
CACHOEIRA – Bahia
Localizzata a circa 110 km dalla capitale Salvador, questa piccola e affascinante cittadina del Recôncavo Baiano, offre un patrimonio storico tra i meglio conservati del paese: è qui che si trova il più grande complesso architettonico barocco dello stato, con facciate, edifici e case che danno la sensazione di tornare indietro nel tempo, mentre la storia racconta che la città abbia ospitato i primi eventi religiosi d’origine africana.
MUCUGÉ – Bahia
Fondata alla fine del XVIII secolo, la città, localizzata nella regione montagnosa della Chapada Diamantina, è stata uno dei più importanti centri di esplorazione dell’oro e dei diamanti del paese: il suo patrimonio storico è ben conservato nelle case e negli edifici risalenti al periodo coloniale, circondati da strade acciottolate, percorse da migliaia di turisti amanti del trekking, principale attrazione turistica della regione, o durante le famose sagre di giugno (feste Junine)
OLINDA – Pernambuco
Nel 1534 la Corona portoghese istituì il regime delle Capitanerie ereditarie e quello dello stato di Pernambuco passò al nobile portoghese Duarte Coelho, che ne prese possesso sbarcando, il 9 marzo 1535, in un luogo strategicamente ideale e facilmente difendibile, protetto da colline a strapiombo sul mare, con un porto naturale formato dagli scogli, acqua abbondante e terreno fertile: la regione era tanto bella e affascinante che il nome Olinda (“la bella”), deriva da una esclamazione detta da Duarte Coelho: “O bella situazione per costruire un villaggio”.
Con l’estrazione del legno “Pau-Brasil”, molto abbondante nella regione e lo sviluppo della coltura della canna da zucchero, Olinda divenne uno dei centri commerciali più importanti della colonia, arricchendosi a tal punto da competere con la corte portoghese in lusso e ostentazione.
Nel 1630 l’Olanda invase Olinda, conquistando la capitaneria di Pernambuco, stabilendosi nelle aree e isole vicino al porto, abbandonando il signorile villaggio e appiccandogli fuoco dopo aver sottratto i materiali nobili agli edifici per costruire le loro case nella vicina città di Recife, che iniziò a prosperare sotto l’amministrazione olandese, fino al 1654 quando vennero espulsi e iniziò la lenta ricostruzione del villaggio di Olinda, la quale però rimase da allora sotto l´ombra della nuova capitale Recife, in rapida crescita urbanistica ed economica
Il suo centro storico, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: passeggiando per le sue stradine acciottolate a saliscendi, i visitatori si imbattono in splendide e colorate case coloniali, restaurate dopo l’invasione degli olandesi e alcuni edifici religiosi molto interessanti tra cui spicca la Igreja do Carmo, la più antica chiesa carmelitana del Brasile e il Convento di São Fransisco con la sua magnifica collezione di Arte Sacra di Azuleios (piastrelle portoghesi bianco/azzurre).
SÃO LUIS – Maranhão
La capitale dello stato del Maranhão è l´unica città brasiliana fondata, nel 1612, dai francesi e non dai portoghesi, in un´isola sulla confluenza delle foci di due fiumi e, con l’obiettivo di stabilire in loco la Francia Equatoriale, fu battezzata São Luis in onore all’allora re di Francia, Luigi XIII: conquistata e incorporata al dominio portoghese, appena tre anni dopo la sua fondazione, la città soccomberà, sempre nel corso del XVII secolo, al dominio olandese, che tuttavia, proprio come i francesi, verranno successivamente sconfitti in guerra ed espulsi dai portoghesi, dando inizio allo sviluppo della città.
La città, collegata alla terraferma da un solo ponte sull´unica strada di accesso dal continente e soprannominata “l´isola dell´amore”, nata nel mare, caratterizzata come porto fluviale e marittimo, ha svolto un ruolo importante nella produzione economica del Brasile coloniale durante i secoli XVII e XIX, come quarto centro di esportazione di cotone e riso: il Centro Storico (Reviver) risale a questo periodo e costituisce uno degli esempi più rappresentativi e ricchi dell’impianto urbanistico e tipologia architettonica della colonizzazione portoghese, con solide costruzioni in muratura di pietra e malta con olio d’oliva, pesce e legno duro.
PENEDO – Alagoas
Considerato il primo insediamento urbano nello stato di Alagoas, la città fu costruita sulle rive del fiume São Francisco, uno tra i più ricchi corsi d’acqua del paese, incantando gli esploratori e diventando un importante centro per il commercio della “moda” europea. Oggi le sue radici sono conservate nel suo bellissimo Centro Storico, segnato da un importante complesso architettonico, ricco di musei e chiese: anche la gita in barca alla foce del fiume più emblematico del paese, delizia i turisti.
SÃO CRISTOVÃO – Sergipe
São Cristóvão è la quarta città più antica del paese ed è stata la prima capitale di Sergipe: fondata da Cristóvão de Barros nel 1590, la città subì successive modifiche, fino a stabilirsi nel luogo in cui si trova oggi, sulla riva del fiume Paramopama. Nel 1637 fu invasa dagli olandesi e le truppe portoghese-spagnole, cercando di evitare i rifornimenti ai nemici, incendiarono i raccolti, dispersero il bestiame e incitarono la popolazione alla diserzione, costringendo così gli invasori ad abbondare la città semideserta, non prima però di terminare l’opera di distruzione.
A metà del XVIII secolo la città fu completamente ricostruita, subendo anche l’invasione dei neri africani e indigeni nativi perseguitati, fino quando fu elevata alla categoria di Provincia dell’Impero del Brasile e la città divenne la capitale dello stato. Nel 1855, con l’obiettivo di facilitare il flusso della produzione di zucchero, principale fonte dell’economia all’epoca, la capitale venne trasferita ad Aracajú, dotata di un porto affacciato sull’oceano in grado di accogliere navi maggiori: da quel momento la città attraversò un processo di spopolamento e crisi, che si risolse solo all’inizio del ‘900 con l’avvento delle fabbriche di tessuti e della ferrovia.
Attualmente la cittadina presenta un complesso architettonico coloniale ricco e ben conservato, in particolare Praça de São Francisco, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, con la sua architettura di influenza spagnola, che occuparono lo spazio lasciato dai portoghesi non interessati all’interiorizzazione della regione